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Le attitudini nella pratica dell'Hatha Yoga

Updated: Jun 4, 2023


Ok!

Partiamo dal presupposto che sia chiaro a tutti noi che l'Hatha Yoga non è semplicemente una forma esotica di ginnastica (dolce?).


Certo, so benissimo chel'idea che invece lo sia è molto diffusa, ma accettiamo per un momento l'idea che non lo sia. Allora come si differenzia, questo contorcere il corpo nelle posizioni più improbabili, dallo stretching, dalla ginnastica isotonica o dalla ginnastica posturale?


Nella mia testa si sta facendo strada l'idea che l'attenzione che l'Hatha Yoga chiede al praticante non sia tanto sul "cosa" fare (quali posizioni assumere, fino a dove forzarle, per quanto tempo ...,) ma sul "come" fare" quello che si sta facendo, posizioni Yoga (chiamate asana, per i non addetti ai lavori) o faccende del quotidiano che siano. Quindi praticare le asana nell'Hatha Yoga sembrerebbe più una faccenda di "attitudini" da coltivare nella relazione con corpo, respiro e mente, piuttosto che una serie di posizioni da far assumere al corpo, con la pretesa di ottenerne chissà quali mirabolanti benefici fisici.


Si intuisce allora perché lo Yoga, quello della tradizione millenaria indiana, sia un percorso aperto a tutti: non conta l'agilità fisica, il credo religioso, la dieta che si segue .. ma il "come" ci si mette in relazione con quello che c'è IN QUESTO MOMENTO. Nell'Hatha Yoga questo si traduce (tra le altre cose) nell'ascolto delle sensazioni che il corpo, sollecitato in maniera extra-ordinaria (ossia lontano da quelli che sono i movimenti e le posture che il nostro corpo assume al lavoro, in famiglia, con gli amici ..., nel quotidiano insomma), offre QUI ED ORA. E una "attitudine" è qualcosa che chiunque è in grado di coltivare: dipende solo dalla volontà di ciascuno di noi dirigere l'attenzione in una direzione oppure in un'altra. Dipende solo da noi. Il Guru, il maestro, l'insegnante o istruttore che sia può solo indicarvi la direzione.

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